Bracciali Matteo

opere proposte

biografia

Matteo Bracciali è un artista poliedrico autore di numerose opere di ricerca stilistica che, grazie alla frequentazione dell’accademia di Brera e al diploma di scenografo qui conseguito, collabora stabilmente alla realizzazione di scenografie presso il laboratorio Arianese e nei i più prestigiosi teatri d’Italia. Le sue opere risentono della sua esperienza scenografica e di decoratore e arredatore di interni. Forte anche l’influenza anche dei suoi viaggi in Egitto e Brasile al seguito di compagnie di danza.

critica

Matteo Bracciali interpreta la realtà in maniera dissacrante, dando un nuovo valore – di segno diametralmente opposto alla consuetudine – alle icone dello stile di vita occidentale. In quest’ottica vanno interpretati sia i suoi lavori di design sia i disegni. Si tratta di scene oniriche vagamente inquietanti, vicine alle suggestioni del Pop Surrealism, sempre venate di una certa inquietudine: nell’incubo dell’isolamento contemporaneo non è necessario essere soli per sentirsi marginalizzati e le scene quotidiane si trasformano in altrettante performance del Teatro dell’Assurdo. “Non esiste filosofia o ideologia che non pensi che noi viviamo nell’alienazione” diceva Eugène Ionesco; e così l’artista milanese rielabora il linguaggio figurativo secondo una schematicità che, destrutturando e semplificando i soggetti, li rende più comprensibili e immediati, veicolando messaggi astratti. Ogni opera, quindi, sembra scaturire dalla giungla di stimoli che bombardano l’individuo ma, mentre i simboli ufficiali possono passare superficialmente, mescolandosi tra loro, queste rivisitazioni ribaltano la normale chiave di lettura. Tale processo d’appropriazione dei mezzi espressivi si svolge su più direttrici: in primo luogo l’osservatore è portato a considerare una gestione totalizzante dello spazio scenico che, essendo volutamente infantile nella composizione e nel riempimento, porta alla luce i sentimenti di denuncia più intimi. Analogamente, l’uso delle linee e del colore ricopre la funzione analitica di una realtà distorta. Infatti, se alcune scelte tecniche possono ricordare persino il gusto erotico degli schizzi di Renato Guttuso e soprattutto le scomposizioni cubiste – in cui la volumetria dell’oggetto si dispiegava su di un unico piano visivo -, le tinte che emergono forti e contrastive dall’accostamento con il bianco e nero o con il rosa fluo, mettono in risalto una singola porzione del tutto, come se si trattasse di una sottolineatura o di una sineddoche letteraria. L’effetto di annullamento delle convinzioni legate a referenti facilmente riconoscibili è chiaro anche nelle opere di design, che ironizzano sul ruolo dei miti nella costruzione dell’identità collettiva.

-Elena Colombo