
opere proposte
biografia
Bruno Liberti è nato a Genova nel 1938 in una famiglia operaia.
Il padre, Armando, scaricava sale nel porto di Genova e forse lo avrebbe desiderato operaio specializzato, un buon tornitore, magari, in una delle importanti fabbriche che caratterizzavano il panorama di Sampierdarena, il maggiore quartiere industriale di Genova.
Furono invece gli sguardi della madre, Maddalena, e di sua sorella, Rosetta, ad intuire le formidabili qualità innate di quel ragazzino olivastro e un po’ emaciato, che riempiva fogli e margini di giornale (“L’unità”, ovviamente) di figure, ritratti, immagini.
Un po’ la salute non fermissima, un po’ l’ala protettiva della zia “colta”, Rosetta appunto, valsero al ragazzino Liberti, alla fine degli anni ’40, la concessione di un apprendistato prestigioso presso lo studio genovese dello scultore Antonio Morera. Così lo ricorda lo stesso Liberti:
(…) L’incontro con Morera, reduce da due guerre mondiali e culturalmente di stampo ancora ottocentesco, segnò profondamente il mio destino. Avevo poco più di dieci anni quando mia madrina mi accompagnò nel suo studio per fargli valutare i miei disegni infantili e chiedergli se potevo essere ammesso fra i suoi allievi.Ricordo ancora l’ emozione, l’ansia e l ‘eccitazione quasi incontrollabili provate durante quello che per me era un vero e proprio “viaggio”: era la prima volta che, per raggiungere lo studio di Morera, attraversavo tutta la città…
(…) Il primo giorno nello studio di Morera fu, insieme, di iniziazione e di conferma: il piacere che mi avevano dato fin da bambino ricopiare le illustrazioni dei giornalini o disegnare persone e figure sui margini dei quaderni e dei libri di testo, si era trasformato, da semplice passione, nella realizzazione di un sogno.
L’apprendistato durò circa 5 anni, lasciando in eredità al giovane Liberti una solida tecnica pittorica e un substrato culturale classicista e accademico, che riaffioreà a tratti negli anni a venire.
Nel frattempo però Liberti aveva iniziato a frequentare il Liceo Artistico Nicolò Barabino di Genova, in quegli anni ’50 sede dei corsi di figure influenti del panorama artistico genovese, e non solo genovese.
Scanavino, Nobile, Fieschi fecero scoprire al giovane il moderno e il contemporaneo, come ricorda lo stesso Liberti:
(…) Questo mondo che negli anni mi era diventato famigliare, cominciò a farsi stretto quando presi a frequentare il Liceo Artistico, dove altri insegnanti contribuirono ad aprire notevolmente il mio orizzonte culturale
Ecco quindi Liberti, sullo scorcio degli anni ’50, fresco diplomato del liceo artistico, ripercorrere nelle proprie opere il Novecento italiano, da Casorati ai Valori Plastici, passando per le suggestioni della Metafisica dechirichiana.
Non solo, ben presto, con l’inizio della propria carriera di pittore e anche di insegnante, affioreranno via via gli stimoli dell’informale e del surrealismo, come tappe necessarie di un percorso di elaborazione della propria cifra personale.
Durante gli anni ’60 Liberti sviluppa infatti una ricerca che spesso vede sì coesistere suggestioni e stili, ma già delinearsi i temi che caratterizzeranno i periodi successivi della sua carriera artistica: iltema del potere, dei suoi interpreti (a metà degli anni sessanta spesso vestiti dell’abito cardinalizio) e delle sue vittime, queste spesso alluse tramite il corpo femminile; quello della donna, appunto, catalizzatore simbolico, intorno al quale già cominciano ad agitarsi i fantasmi che Liberti spesso rivestirà di panni classici o letterari: la bestia, il Minotauro, il cavaliere.
La riflessione sul potere (si veda la serie dei “cardinali”) e sui fantasmi che ne derivano, porta Liberti, sullo scorcio dei ’60, ad esplorare tutte le suggestioni dell’informale e del surrealismo da Moore a Sutherland, fino a Bacon, col risultato di distruggere la forma classica e “plastica ” da cui era partito. Lo si vede bene nella serie “la distruzione della bellezza”, dove la “bolgia” (altro tema che ricorrerà) dei segni e della materia finisce per fagocitare la forma plastica, il tornito corpo femminile.
Le “bolge” diventeranno poi tema a sè stante, fino a sublimarsi in immagini di segni secchi, incroci di campiture, isolati in campiture piatte e totalmente astratte, che preludono al periodo “piatto”, diremmo “litografico” dei primi anni ’70.
I contenuti che sottendono questa parabola, dalla “distruzione della bellezza” alla serie “la città che sale” sono quanto mai attuali per l’epoca: si sente l’eco precisa del sacco speculativo della città perpetrato neglia nni ’60.
La maturità: gli incontri, i movimenti.
E’ un pittore figurativo che si misura con gli ardui problemi della rappresentazione del corpo umano, problemi di struttura, di colore di immagine. Nell’ultima fase Liberti si è cimentato, con successo, anche col paesaggio, ma la sua inclinazione resta quella per la figura.
Così Vico Faggi presentava l’autore del quadro da raccontare nella trasmissione radiofonica del 1983, conosciuti dieci anni prima nella mostra personale nella Galleria di Genova si scambieranno vicendevolmente pareri, progetti, in un continuo dialogo fra pittura, poesia e parola.
Negli anni ’70 Liberti inizia una proficua frequentazione con il pittore Luigi Maria Rigon, suo ex insegnante all’Istituto Calassanzio poi collega nella scuola Statale, testimone di nozze nel ‘66 e rincontrato, collega, al Liceo come insegnante di disegno e storia dell’arte. Nella collaborazione si scambiano esperienze tecniche, l’uso di colori acrilici e alternativi, sperimentano la stampa-acquatinta-acquaforte.
Entrambi giungono anche alla forma astratta, poi attraverso la trascrizione di quadri classici, elaborano progetti e giungono a fondare il Movimento ICON. Liberti coinvolge Faggi per formulare il “documento”, Rigon coinvolge Rinaldo Rotta come Galleria ospitante la mostra.
Si susseguono grandi entusiasmi, cambiamenti, maturazione ma anche contestazione, rivoluzione culturale, violenza e “delusioni storiche o, per lo meno stati di grande confusione, durante i pesanti anni ’70…”(Liberti, Professione Artista 1997).
Nasce così la performance “Abbadon”(dall’Apocalisse di Giovanni) alla Galleria Rotta di Genova.
…i due pittori stanno realizzando in Galleria una grande tela (tre metri e mezzo per due) intitolata ad Abbadon, l’angelo sterminatore dell’Apocalisse. L’interesse dell’esperienza, prima in Italia, è nella costruzione a quattro mani; ma soprattutto nella novità di un’opera impegnativa che nasce davanti al pubblico, sotto gli occhi dei visitatori (2 giugno 1979 Secolo XIX –G.Arato). …Dalla bianca superficie a un’icone colma di suggestioni il trapasso rappresentativo e significativo s’è realizzato per successive modificazioni alla presenza attenta di un pubblico sempre più folto che ha seguito giorno per giorno e con molto interesse l’operatività fisica e mentale dei due artisti.(13 giugno-Il Lavoro-G.Beringheli)
…ancora,ad opera conclusa,il 14 giugno su Il Lavoro, in “Servizi e inchieste” Luciano Caprile, compagno di scuola elementare di Liberti e ormai affermato giornalista e critico d’arte, scriveva un approfondito e lungimirante articolo intitolato “Tempo di Apocalisse”: …Mai come oggi l’umanità sta accorgendosi di come sia diventato difficile l’equilibrio o più esattamente la convivenza tra uomo e macchina, tra scienziato e robot…. L’uomo può trovarsi disarmato e impotente nei confronti della sua creatura che improvvisamente lo tradisce. D’altra parte ormai si vive un’esistenza a tal punto dipendente dal meccanismo più esasperato da esserne diventati schiavi…
Ad ogni modo l’interesse per l’Apocalisse non tende per ora ad affievolirsi, almeno a Genova:
Ieri sera alle ore 21, ad opera finita, Abbadon, alcuni fra i più famosi poeti concittadini, presentati da Vico Faggi, hanno letto versi suggeriti dall’argomento, davanti ad un folto pubblico. Come dire che l’Apocalisse, nata dentro di noi, continua.
La manifestazione è conclusa, gli anni ’70 si allontanano, ma il contatto con Luciano Caprile diventa costante come quello con Vico Faggi.
Gli anni ’80 sono altrettanto intensi e significativi. Nel 1980 il Comune di Sestri Levante patrocina la sua personale e la rivista “Resine” pubblica i “Disegni sul Potere”. Nel 1982 Liberti partecipa, presso il Liceo artistico Nicolò Barbino alla manifestazione ‘Dal dopoguerra al 1960. Docenti e allievi.’
Vico Faggi gli dedica la composizione poetica “Ad una tavola di Liberti”, in occasione della Mostra antologica al Centro Le Prigioni ed inserita su “Questarte”-settembre/dicembre 1984.
Anche con Luciano Caprile, che nel frattempo ha presentato la sua personale a Trieste (’83) e alla Galleria Rotta (’85), porta avanti una serie di manifestazioni e incontri culturali con i maggiori artisti, scrittori, poeti e critici Liguri alla Galleria San Benigno di Genova: Aria di Liguria (’82), Il quadro e i suoi progetti (’84), Disegni a confronto – Classico, e moderni (’87).
L’esperienza dell’incisione iniziata molti anni prima con attrezzatura artigianale e come studio di antiche tecniche, ha continuato ad appassionare Liberti tanto da raggiungere ottimi risultati sia nella tecnica grafica che di stampa: elabora alcune “cartelle” per dar forma a poesie a lui dedicate e presentate a iniziative culturali; fino ad avvalersi dell’opera di stampa di Giorgio Upilio a Milano.
Al Museo D’Arte Contemporanea Villa Croce di Genova, si realizza… un interessante incontro artistico-culturale promosso nei saloni di Villa Croce dalla Direzione della ICS Teleinformatica e che ha avuto proprio in Bruno Liberti uno dei protagonisti: egli, infatti, ha presentato la propria attività di grafico e di incisore, mentre il commediografo Vico Faggi ha recato il suo contributo come poeta …Questo apparentemente inusuale binomio fra cultura e informatica ha avuto lo scopo di costituire un ideale “anello di congiunzione fra due realtà che vedono protagonista l’uomo del nostro tempo nel progresso razionale e nel sentimento, fino al punto di individuare e sottolineare i valori senza tempo dell’uomo: l’arte, la cultura, l’emozione”…
(Il Progresso. Luglio 1987. G.Parodi.)
In questa occasione incontra di persona Silvio Riolfo Marengo col quale si instaura subito un rapporto, non solo di conoscenza ma di amicizia. Poeta e critico d’arte, ligure di nascita, milanese di adozione dal 1976, ha mantenuto un forte legame di interessi ed affetti a Genova e per questo in stretto contatto con tutta la cultura.
Gli anni ’80 si concludono con la partecipazione di Liberti nel’88 alla Mostra di opere di grande formato al Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano (Modena), diretta e presentata da Mario de Micheli, offerta a Vico Faggi per “Amici Pittori: dialogo di un Poeta, con gli amici pittori” (Carrà,Moranti, Greco, Covili, Nobile).
L’anno dopo al Teatro Comunale dell’Opera di Genova, presentato da Giuseppe Marcenaro, offre una rassegna di cartoni teatrali dedicati al soprano Luciana Serra, alla Galleria Cartesius di Trieste partecipa a Lugliograficaottantanove e alla Mostra itinerante Contemporary painters from Liguria presso L’Istit. Italiano di Cultura di San Francisco (U.S.A.).
Sono anni fecondi e laboriosi, anche nella scuola dove ha una cattedra definitiva e un ambiente favorevole, propone ed attua percorsi didattici alternativi allestendo un laboratorio di pittura, grafica e in particolare di “acquaforte”; i risultati sono ottimi e stimolanti.
Il suo nuovo studio diventa punto di incontro con gli amici e scuola per allievi del Liceo artistico o dell’Accademia, si incrociano personaggi di lontana frequentazione e nuove conoscenze. Sono infatti di questi anni e quelli a venire i ritratti di Vico Faggi, di Caprile, della cantante lirica L. Serra, di musicisti del Teatro e del Conservatorio, di R. Rotta, G. Marcenaro, S.Riolfo Marengo, di collezionisti, giornalisti e poeti.
Infatti, è presente alla rassegna “Ritratto” alla galleria Ellequadro di Genova per iniziativa dell’associazione Ligure delle Gallerie d’Arte contemporanea nel ‘90 e nel 2004 con una personale di Ritratti presentati da S. Riolfo Marengo e L. Caprile, alla Galleria ArtClub Il Doge.
Negli anni ’90 si susseguono alle mostre personali, partecipazioni a collettive e a manifestazioni sia a carattere sociale che benefico: al Palazzo san Giorgio (90) e al Palazzo Doria Spinola, Artisti per il Centro Storico (91); al Clit Italimpianti, “tre pittori, due generazioni” (92); alla Fiera del Mare, “Autostory”; al Centro Taralli, “31 pittori per Genova”; al Centro La Maddalena, “Genova 92”; al Lloyd Italico Assicurazioni “ Arte da Arte: omaggio di artisti liguri contemporanei ad artisti liguri del passato” a cura di G. Costa (93).
Nel ’94 alla Galleria Groppallo, “Naturae. La bellezza inanimata” con poesie di V. Faggi; nel vecchioCastello di Rapallo, “Quattro artisti. Incontri, analogie, nuovi percorsi”; al Centro Buranello, “Carte segrete”, nove artisti presentati da Virgilio Zanolla; Associazione Culturale Satura, “La città dello spirito”, due pittori presentati da L. Caprile. “Colori e immagini: sei pittori per Serra Riccò”; Art Club Il Doge, “Donna, fascino e seduzione” (‘96). Palazzo della Commenda, “Presenze magiche in Liguria”(’97).
Dopo la personale al Palazzo Robellini di Acqui Terme con la presentazione a catalogo “Le seduzioni del potere” di L. Caprile, viene coinvolto nell’indagine Sociologica all’Università di Urbino dall’amico Romolo Calciati.
Qual è il ruolo degli artisti nella società contemporanea? Gli artisti esercitano una qualche influenza sulla società? Si possono rintracciare delle costanti nell’attività degli artisti di ieri e di oggi? Quali concezioni hanno gli artisti contemporanei dell’arte, del bello e della creatività? In che misura il mercato influenza gli artisti? Che rapporti intercorrono fra gli artisti e i critici, i galleristi e,più in generale, le varie istituzioni del mondo dell’arte?
…sono stati analizzati i dati emersi da un questionario distribuito su un campione di artisti italiani che gli autori hanno elaborato sulla base del quadro teorico offerto da vari modelli e teorie, fra cui la Teoria dell’Artificiale e la Cibernetica applicata all’Estetica.
(Professione Artista, un’indagine sociologica sulla creatività in pittura; a cura di Daniela Bertasio.CLUEB- D.Bertasio è ricercatrice e docente di Sociologia dell’arte e della letteratura presso la facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino)
Liberti partecipa alla mostra URBS ARTIS ’97 che si svolge parallelamente al convegno Arte, Cultura e società alla Facoltà di Sociologia all’Università di Urbino, come artista e come autore del Commento inserito nel testo.
Nello stesso anno, dopo vari incontri e scambi epistolari con Vico Faggi e altri artisti, fondaCampoaperto. Il gruppo inizia la prima collaborazione al Museo Martini a Vado Ligure (SA) in omaggio al grande scultore scomparso. La mostra si sposta successivamente al Palazzo Robellini di Acqui Terme (AL. ‘98) , al Palazzo Patrizi a Siena (’99) e al Palazzo Civico Comune di Nervi a Genova (2001).
critica
Cogliere l’attimo di sospensione nell’attesa, afferrare la tensione del movimento in atto: sono due forme (antitetiche) della strategia con cui Bruno Liberti elabora e realizza, nel concreto della pagina, le sue figurazioni allorché prende in considerazione le figure umane (e si tratta, nel nostro caso, come subito vedremo, di figurare specialissime).Ed eccole, queste figure:c’è l’ingegnoso gentiluomo don Chisciotte, raffigurato nei suoi vari ma coerenti atteggiaménti, c’è il suo Sancio Panza, c’è la sua “dama” Dulcinea. Ognuno è colto nella sua irriducibile singolarità. I disegni e le tavole di Liberti li seguono, li spiano, li inquadrano. Del nobile hidalgo abbozzano la figura, accennano il volto, salvo poi scrutarlo quando è il caso. E gli affiancano lo scudiero e la dama. Tutt’intorno il silenzio e la solitudine, a sottolineare l’eccezionalità degli eroi. Sciolto, scorrevole, disinvoltamente costruttivo, il ductus dell’artista delinea il personaggio a cavallo, a piedi, con quel tanto di grottesco (e insieme, sotto sotto, di malinconico) che gli è inseparabile. E Sancio, corposo e solido, credulo e goffo e saggio, reinvesta esattamente il suo ruolo. Sorprendente è Dulcinea, vista e sognata: bella. carnale, disinvolta, esibizionista. Liberti scopre nell’hidalgo la possibilità di pensieri proibiti che investono di sensualità e desiderio la sua dama. Perfetta, nel suo dinamismo, la tavola di don Chisciotte sul cavallo che si impenna, eroicamente e, così I ‘altra dove egli affronta e abbatte il biscaglino, e soprattutto quella a colori, situata nella suggestione notturna, là dove il cavallo bagnato dalla luce della luna. si erge sugli zoccoli posteriori mentre il cavaliere è colto, nella sua sorpresa, da un sentimento estatico. Evasione, delirio, sogno, dice Gabriele Morelli nel suo limpido saggio: la figura di don Chisciotte “a cavallo o in viaggio, appare come chiusa in uno spazio misterioso, irraggiungibile, che rifiuta l’oscura realtà di ogni giorno”. A sua volta Luciano Caprile evidenzia come Liberti si sia spogliato di certi dettagli della figurazione per privilegiare l’atmosfera, che appare tra i protagonisti dell’opera.
(Vico Faggi, “BRUNO LIBERTI, L’ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia”, Ateneo Edizioni, 2001 , pp. 64)
esposizioni
1965 | Galleria Schiavi, Bruno Liberti ,Acqui Terme (AL). |
1967 | Galleria Centro Artistico G.I., Liberti ,Genova. |
1973 | Galleria Il Punto, Bruno Liberti, Genova. |
1976 | Galleria d’arte Rinaldo Rotta, Movimento ICON, bruno liberti, Genova. |
1978 | Galleria Il Setaccio, Le dame di Liberti, Sestri Levante (GE). |
1979 | Galleria d’arte Rinaldo Rotta, Abbadon 1, performance,, Genova. |
1980 | Galleria Il Setaccio, Omaggio a Sestri Levante, Sestri Levante (GE). |
1981 | Circolo Italsider, Il periodo verde di Liberti, pitture e incisioni -1976/1981, Genova. |
1983 | Centro Culturale Le Prigioni, Antologica 1965/80, Sestri Ponente (GE). |
Galleria Il Rinoceronte, Gli ambienti di Bruno Liberti, Trieste. | |
1985 | Galleria d’Arte Moderna Rinaldo Rotta, Il paesaggio mancante , Genova. |
1986 | Galleria Primula 2, Omaggio alla Riviera del Levante.Oli e disegni, Camogli (GE). |
1987 | Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, La forma e l’enigma.Cartella di calcografie, Genova. |
1988 | Galleria il Leudo, Bruno Liberti, Santa Margherita Ligure (GE). |
1989 | Teatro Comunale Dell’Opera Carlo Felice, …per soprano solo. Cartoni teatrali, Genova. |
1990 | Centro Culturale CLIT, Oli e guazzi di Liberti, Genova. |
Galleria San Michele, Il Mito genera l’Enigma, Bruno Liberti, Brescia. | |
Centro Culturale D’Arte San Michele, Il Mito e L’Enigma, Bruno Liberti, Milano. | |
Centro Culturale Luca Cambiaso, Bruno Liberti, Moneglia. | |
1991 | Galleria il Leudo, La forma e l’enigma, oli e grafiche., Santa Margherita Ligure (GE). |
1992 | Galleria Villa Gropallo, La bellezza, la maschera, l’enigma., Genova-Nervi. |
1993 | Centro C.Buranello, Liberti, la Donna, il Minotauro., Genova. |
Art Club il Doge, Chi ha paura delle oda’liske? Teleri e studi di Liberti. , Genova. | |
1995 | Galleria VillA Gropallo, Bruno Liberti, Il Confine , Genova-Nervi. |
Sala d’arte di Palazzo Robellini, Le seduzioni del potere. , Acqui Terme (AL). | |
1996 | Comune di Bogliasco Sala Cultura, Arte Weekend , Bogliasco (GE). |
1997 | Centro d’Arte Villa Gropallo, Bruno Liberti. Fogli. , Genova-Nervi. |
Art Club il Doge, Rimozioni. , Genova. | |
1998 | Galleria il Leudo, Bruno Liberti. Seduzioni , oli e grafiche, Genova. |
2000 | Art Club il Doge, Nature Morte , Genova. |
Circolo degli Artisti Pozzo Garitta, L’ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia , Albisola Marina (SV). | |
Villa Groppallo, Pinacoteca Civica, Cose della natura , Vado Ligure (SA). | |
2001 | Biblioteca Cervetto, L’ingegnoso gentiluomo Don Chisciotte della Mancia , Genova. |
2004 | Art Club il Doge, Ritratti , Genova. |
2005 | Associazione Culturale Satura, Don Chisciotte e i nostri fantasmi , Oli e grafiche del ciclo del don Chisciotte di Liberti per l’anniversario della pubblicazione dell’opera 1605, Genova. |
Biblioteca Universitaria, Incontri in Biblioteca. Don Chisciotte, suppongo. , Presentazione dell’opera pubblicata con grafiche e poesie dedicate, Genova. | |
2007 | Palazzo San Giorgio, Sala delle Compere, Don Chisciotte, suppongo , Opere ad olio e grafiche, Genova. |
2008 | Centro Culturale Arthur, Bruno Liberti e i suoi compagni di viaggio, un Maestro, quattro pittori alla sua scuola, Genova. |
2010 | Centro d’arte e cultura Romeo Drago, Nature morte e paesaggi, Murialdo (SV). |
2011 | Palazzo Oddo, Liguria Arte, Albenga (SV). |
Palazzo della Meridiana, Padiglione Italia/Liguria alla 54° Esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia, Genova. | |
2013 | Galata Museo del Mare, Mitologia mediterranea,Genova. |