Ramenghi Anna

opere proposte

biografia/critica

Nata a Castel San Pietro Terme (BO) nel 1931.

La penombra che avvolge, negli spazi sormontati da volte un tempo affrescate ‑ di Palazzo Imperiale, «Pandora e le altre», l’ultimo episodio del cielo delle «Stanze di Eros» concepito e realizzato a partire dal 1987 da Anna Ramenghi, contribuisce a rivelare la natura cosmogonica depositata nei dipinti che lo compongono.
Al di là del suo risvolto teatrale, di scenario confacente allo sprofondamento nel sonno e all’irruzione del sogno, questa semioscurità accenna infatti, sia pure attraverso una parvenza attenuata, ad una condizione primordiale, presente tanto nella mitologia greca quanto nel racconto biblico.
E il barbaglio di luce proiettato sui corpi – di Venere, di Pandora – nella fisicità intensa degli «incantesimi» e dei «monologhi» allestiti dall’autrice, ci rimanda sotterraneamente alla identificazione orfica di Eros con Fanes, il dio sorto dall’uovo primigerrio fabbricato da Crono, il cui sembiante luminoso abbacina la Notte, alla quale si unisce per generare il Cielo e la Terra.
Il corpo (i corpi singolarmente individuati da una pittura di espressività estrema, tattile e cromatica) si pongono allora come ambito in cui s’incrociano i percorsi – oltre che tra sogno e veglia – tra origine e catastrofe, tra carnalità e trascendimento.
Con la forza di un’intuizione rattenuta ma penetrante Anna Ramenghi sembra condensare nella forma sensibile entrambe le tesi mitopoietiche incentrate sul corpo che Sergio Givone riprende nella parte conclusiva del suo «Eros/ethos»: quella di Walter Friedrich Otto che, definendo il mito come teofania, ne riconosce la sede non soltanto nel linguaggio ma, prima ancora, appunto nel corpo e quella, di matrice antropologica, di Arnold Gehlen, «che ha al suo centro lo sguardo, capace di mediare tra ciò che sta in basso e ciò che sta in alto, tra bisogni vitali e significati» e secondo la quale «Ia conformazione del corpo può essere trasposta nel cosmo e nello spazio abitato, cosi come il cosmo viene ritrovato nel microcosmo corporeo».
In questa prospettiva anche la rivisitazione della figura di Pandora acquista un senso nuovo, che scava alla radice del racconto di Esiodo. La sua creazione dalla terra e dall’acqua rinvia al piano della natura (marcato nell’allestimento dalla scia che dai fiori sparsi sul pavimento si prolunga in una sequenza di dodici tavole – intitolata dall’autrice «Roseto» – trascorrenti dal bianco al rosso innalzata dal pavimento alla sommità della parete), mentre la sua bellezza e la caducità che introduce nel mondo evocano gli estremi di una corporeità che riflette la vicenda del cosmo.
I corpi senza volto, effigiati dall’artista secondo un’iconografia ancestrale, rappresentano nel biancore perlaceo della carne il trionfo dell’una e, nello sfumare ardente dei contorni, il presagio dell’altra.
E decisiva appare – seguendo l’argomentazione sviluppata da Giorgio Di Genova nel saggio che introduce il catalogo – l’intima adesione dell’autrice all’ultima parte del mito, ove si dice della chiusura del vaso.
Pandora, non più funesta apportatrice di mali, si manifesta come custode di un’invisibile speranza, del segreto da cui muove l’amore, l’eros, che inscrive nei corpi, che insuffla nella vita la possibilità del sogno.

-Sandro Ricaldone

esposizioni

permanenti

Firenze

Kunsthistorisches Institut

Genova

Archivio Museo Villa Croce.

Venezia

Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale.

mostre personali

1959

Galleria Rotta, Genova.

1960 Associazione Ligure Giornalisti, Genova.
1964 Galleria dell’Acquasola, Genova.
1969 Galleria San Matteo, Genova.
1975 Galleria Il Fanale, Genova.
1978 Galleria Il Nuovo Fanale, Genova.
1982 Biblioteca Comunale,  Castel S. Pietro Terme Bologna.
1983 Liceo Classico Mazzini, nell’ambito di mostre didattiche, Genova – – Galleria La Soffitta, Sesto Fiorentino – – Galleria S. Marco Dei Giustiniani, Genova.
1985 Galleria Il Parrasio, Imperia – – Studio Meloniski , Cernusco sul Naviglio Milano.
1986 Arte Fiera con Il Nuovo Fanale di Genova, Bologna.
1987 Galleria Il Leudo, “Pagine e Petali”, S. Margherita, GE – – Studio Fraticelli, Roma.
1990 Studio Leonardi V-Idea, “Stanze di Eros: Venere allo specchio”, Genova.
1991 Park Hotel Gentilini, Castel S. Pietro Terme – Bologna.
1992 Galleria Il Leudo, “Lo Stagno di Narciso”, S. Margherita – GE.
1993 Studio Leonardi V-Idea, “Stanze di Eros: Psiche”, Genova.
1994 Arte Fiera Edizioni Bora, Bologna,
1995 Rocca di Dozza, Bologna.
1996 Studio Leonardi V-Idea, “Stanze di Eros: Orfeo e Euridice”, Genova.
1998 Sala Cassero, Castel S. Pietro Terme – Bologna.
2000 Associazione Culturale Satura, “Sortilegio di Pandora”, Genova.
2000 Studio Leonardi V-Idea, “Stanze di Eros: Pandora e le altre”, Genova.

Mostre Collettive

1953 Palazzo dell’Accademia, Regionale d’Arte, Genova.
1954 Premio di Pittura AVIS, Genova.
1965 Les Milandes,  Bordeaux.
1976 Palazzo Ducale, “Tribunale Russel II”, Genova – – Assessorato Belle Arti, Odessa URSS.
1981 Palazzo del Comune,  Savona.
1982 ll Barabino, “Docenti e Allievi”,  Genova.
1984 Chiesa di Saint Denise,  Parigi – – Galleria Unimedia, “L’arte dalla parte del fiore”, (GE).
1987 Palazzo dei Mercedari, “Ibla Mediterraneo”, Modica (RG).
1989 Palazzo dei Congressi, I° Salone d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma.
1990 Galleria Il Nuovo Fanale, “ll ritratto”,  Genova – – Villa Pellizzari, “Nel Regno di Eros”,Seravezza Lucca.
1992 Museo delle Forme Inconsapevoli,  Genova Quarto – – Villa Bargellini, “con O.V.A. Arte”,Pieve di Cento – Bologna, .
1993 Galleria La Soffitta, “Corporale”,  Sesto Fiorentino.
1996 Palazzo dei Trecento, “50° Anniv. UNICEF”,  Treviso – – “EtruriArte 7”, Venturina Livorno.
1997 Atelier, ” Affari di Famiglia”,  Carrara.
1999 Palazzo Ducale, “Delle Magie e dei Miti”, (GE) – – Mail-Art 5, Castel S. Pietro Terme (BO).
2000 Palazzo San Giorgio, “Creuza de ma, creuza d’amo”, (GE) – – Oratorio, “Angeli & Angeli (Il volo della Melanconia)”, Chiavari (GE) – – “Affabulazione nel Roseto”, Nervi (GE).